La recensione della performance presentata il 15 marzo 2025 nelle parole di Linda Ronzoni, direttrice artistica de Il Lazzaretto di Milano
Si viene subito trascinati via dal proprio corpo di spettatori e portati in uno spazio di battaglia muta, un gioco tra organismi, una lotta intestina tra crescere e rimanere inermi, tra le parti di sé esiliate e quelle che urlano, tra la vitalità e il controllo.
In quei corpi in scena, che sono anche i nostri, c’è un’urgenza di essere visti, di essere ascoltati, un’urgenza così assoluta che non c’è parola che possa farsi carne viva.
Ma proprio quel silenzio, quel vuoto, fa riemergere, in noi che guardiamo, tutte le nostre voci provenienti dall’oscuro profondo e le proietta su quei corpi in scena che si fanno tele vergini, sacre sindoni, le ombre della caverna di Platone.
E, proprio con le ombre, la regista Carola Minincleri Colussi si comporta come farebbe una sacerdotessa col mistero, lo maneggia, lo svela, ma lascia l’incanto del non detto, dell’incerto.
Le ombre delle due attrici sono un dispiegarsi di coppie oppositive. Confondono la parvenza con la realtà, il buio con la luce, sono ingannevoli, abitano il mondo dell’inconscio e del sogno.
Portare alla luce non significa forse contaminare quanto stava protetto e nascosto agli sguardi? Non è proprio quel vuoto, dove si addensa l’ombra, che rende la bellezza inseparabile dall’oscurità?
Un lavoro sugli opposti, sul troppo pieno e troppo vuoto, una regia fitta che ci tiene avvinti, col fiato corto, per tutta la durata dello spettacolo e si sospende proprio nel momento esatto in cui le ombre potrebbero farsi epifania del mistero. In cui il vuoto potrebbe farsi voce.
Le foto sono di Silvia Gottardi
La Voce
Drammaturgia e regia Carola Minincleri Colussi
con Anna Novello e Brixhilda Shqalsi
aiuto regia Anna Novello
progetto di Mappa del cuore
liberamente ispirato a “Oltre. Scoprirsi fragili: confessioni sul (mio) disturbo alimentare“
di Sandra Zodiaco, ed. Alba Edizioni
Produzione: Palinodie ETS





