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La Venere degli Stracci

di Carola Minincleri Colussi

La giornalista e critica d’arte Isotta Esposito, nel suo blog Viaggiarte, ha letto nella scenografia del nostro spettacolo un richiamo alla Venere degli stracci, celebre opera di Michelangelo Pistoletto che presenta appunto una scultura di Venere appiccicata a un igloo fatto di stracci. Ho letto da qualche parte che una bambina un giorno l’ha definita “Una signora indecisa su quale vestito mettere”. Nelle parole di quella bambina ritrovo di sicuro il primo personaggio che vediamo in scena ne “La Voce”: una giovane e bella donna che trascorre il tempo a ricoprirsi di vestiti (che sono in effetti poco più che stracci) per cercare di piacere a un cuore di pezza sospeso al centro della scena.

La performer Alice Marchiori è vicino a un cumulo di stracci e cerca di provare diversi abiti per piacere a un cuore di pelouches appeso a una struttura attaccata al soffitto. La foto è di Alvise Busetto.
La performer Alice Marchiori. La foto è di Alvise Busetto.

Sempre indecisa, insoddisfatta di una soluzione che si rivela sempre temporanea, eppure di quegli abiti non riesce a non ricoprirsi. Come la Venere di Pistoletto, che è così vicina agli stracci che non si riesce a vederla in faccia, anche il nostro personaggio – come lo troviamo all’inizio dello spettacolo – non si riesce davvero a rivelare, anzi, di rivelarsi ha un terrore profondo. Abiti, abitudini, maschere, ruoli, strati creati compulsivamente. La sua bellezza emergerà dopo un lungo conflitto interiore, perché se lei arriva a dimenticarsi completamente di sé, il “Sé” non si dimentica di lei.
La bellezza è coraggio, ed è anche memoria.

Mappa Del Cuore
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