di Carola Minincleri Colussi

Incontrai i diari di Sandra e decisi che lo spettacolo si sarebbe chiamato “La Voce”.
Mi fece il generoso dono della sua fiducia una sera, a casa sua.
Erano quaderni semplici, ma contenevano l’orrore dell’odio per se stessi.
La Voce che le parlava, dicendole come comportarsi, quanta sofferenza procurarsi, quanto poco valesse e quanto non avrebbe combinato mai niente nella vita, mi risuonò dentro come un tuono nel cuore della notte.
Non perché mi odiassi, non perché avessi conosciuto la sventura di un DCA, o la violenza di una voce come quella, ma perché mi parve immediatamente che quello fosse il “teatro” estremizzato di qualcosa che era di tutti.
Tutti ci giudichiamo.
A tutti noi è capitato di combatterci, a molti di noi molte volte.

Le due attrici Alice Marchiori e Veronica di Bussolo, corrono verso il cuore in primo piano, con sguardo rabbioso. La foto è un mezzo busto. Lo scatto è del fotografo Giorgio Meneghetti

Alice Marchiori e Veronica di Bussolo ne “La Voce”. Foto di Giorgio Meneghetti

Tutti sappiamo cosa significhi prendersela con se stessi, quando non si può prendersela con nessun altro.
Sentii nascere in me una domanda: “Non è che le persone che attraversano queste esperienze catalizzino tutti i nostri vuoti, le nostre incertezze, la nostra confusione, non è che non sopportino più le bugie della nostra società e preferiscano i silenzi, non è che siano soltanto i più sensibili tra noi, forse i più ubbidienti, e al contempo quelli con il più grande potenziale di ribellione, di rivoluzione!, forse di evoluzione, un’evoluzione costruita sull’opposto dei silenzi, ma anche sull’opposto delle bugie, edificata sul dire direttamente dal cuore?”
Compresi che eravamo pronte per creare insieme un progetto fondato sull’empatia, che aiutasse chiunque, tutti noi, a sentirci sulla stessa barca di qualcuno che soffre di un disturbo alimentare.
Nacque così “La Voce. Esprimi un desiderio”.

Mappa Del Cuore
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